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LUDO VIA

Sottogiudecca, il nuovo spazio del contemporaneo a Reggio Calabria, presenta in anteprima la personale di Elisa Schiavina dal titolo ‘Ludo Via’

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Elisa Schiavina - artista emergente di base a Milano - nella sua ricerca introduce il dispositivo ludico come strumento di esplorazione ed interazione, con un approccio che si riconduce ai suoi studi in Psicologia e all’esperienza maturata in campo pedagogico (giochi ma non giocattoli).

 

Le sue iconiche giostre ambulanti, che fluttuano come pittura estesa nello spazio, sono assemblate con scampoli di tessuto ed elementi di recupero: cangianti alla luce e soffici al tatto, attivano un ‘area di gioco’ che è al contempo un luogo sicuro (casa/tenda/capanna) ma in moto perenne (giostra/circo/girotondo). “Un girotondo fa sempre una canzone, o è la canzone a fare il girotondo? Certamente il rincorrersi di certi gatti con certi topi con certi serpenti e ancora con certi gatti, a me pare un girotondo. Casca il mondo, casca la terra (ma non sempre).” E. Schiavina

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‘Ludo Via’ è concepita come un’esperienza di formazione ante litteram, che si svolge all’interno di un parco di divertimenti proibito. 

 

L’invito evoca la réclame di una festosa ambientazione circense, animata da un tendone variopinto e sospeso su un grande fiocco rosa, mentre una licenziosa donna-gatto mascherata, compare nel gesto di ‘cogliere un hula-hoop’. La scena è avvolta circolarmente da un grosso serpente dalla lingua biforcuta, sigillo palingenetico (πάλιν-γένεσις, ‘che nasce di nuovo’) dell’inesauribile energia universale, ma anche indizio di possibili insidie e tentazioni.

 

Questo viaggio di conoscenza, all’apparenza di facile accesso, nasconde una complessa trama simbolica. Il diletto senza impegno è un frutto concesso solo nel giardino dell’infanzia, quando è lecito che la noia, la curiosità e l’eccitazione, sollecitino l’esplorazione dei propri istinti attraverso la libertà d’immaginazione. In età adulta, la pratica del gioco libero inteso come trastullo, capriccio, sollazzo, convenzionalmente è ritenuta futile e poco edificante.

 

Ma se è vero che l’eterna tensione tra eros e thanatos è sempre legata alla bramosia di potere, allora cosa accadrebbe se i grandi potessero stemperare così le loro più profonde pulsioni? 

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Secondo le teorie di Lacan, il piacere come godimento, cioè massima densità di possesso, non può esistere all’infuori del corpo che gode di sé, unico significante e significato. Il concetto di divertissement come fonte di appagamento del desiderio trova spazio nel racconto per immagini di uno spirito fanciullesco e giocherellone che scopre l’organo sessuale come balocco.

 

Nella serie intitolata Polaroid, l’artista usa un’inquadratura frontale, diretta ed esplicita, mitigata dall’uso di una miscela di acquerelli al miele. In queste atmosfere umide, corpi puberali sbocciano in un effluvio di emozioni, alla avanscoperta di un autoerotismo edulcorato e palpitante.

 

Sentimenti non ancora maturi, acerbi come un astuccio pieno di evidenziatori, si confondono nel leitmotiv di cuoricini, stelline, girandole e pistole ad acqua, che corre lungo le cornicette delle polaroid come il ricamo di una passamaneria e richiama la delicatezza della lingerie. “Quando mi sono tatuata una pistola ad acqua ancora non pensavo alla guerra, ancora non pensavo a te”, è una dichiarazione (d'amore/guerra?) resa attraverso il segno d’appartenenza a questo gioco sovversivo delle parti. 

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Le sue pistole ad acqua istoriate, sono una romantica metamorfosi di anfore e vasi decorati che eleva l’oggetto a feticcio. Una celebrazione del potere generativo dell’acqua (e per estensione dei fluidi corporei), che disinnesca il concetto di arma come mezzo di distruzione.

 

Questa dimensione narrativa immaginifica, ironica e dissacrante, è presente anche nella versione libertina e scanzonata del suo Libro per adulti: un'opera tattile e sensoriale, che l’artista confeziona per essere accarezzata e disvelata nella piccola alcova allestita in project room.

 

In questo mondo di fantasia, un po’ infantile e un po’animalier, giorno dopo giorno, gioco dopo gioco, la metafora della vita va in scena con un approccio ludico e gioioso, senza giudizio di moralità. 

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La mostra a cura di Giulia Toma e Marta Toma, che sarà inaugurata sabato 27 aprile alle ore 19.00, resterà visitabile fino a sabato 08 giugno 2024.

 

LUN: 16-20; MAR - SAB: 09-13/16-20

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Via Giudecca 23 / -1 floor, RC

sottogiudecca@gmail.com

2024

Elisa Schiavina

BIO/CV

 

Elisa Schiavina (PV, 1992)

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Artista visiva sperimentale - vive e lavora a Milano.

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Dopo una formazione classica ad Alessandria e la laurea in Psicologia conseguita presso l'Università degli Studi di Pavia, si trasferisce a Milano dove intraprende il Biennio di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera e si forma a fianco dell’artista Marco Cingolani. 

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Nel suo lavoro utilizza pittura, scultura e installazione come strumento di indagine della realtà fisica ed emotiva, con un focus particolare su tutto ciò che permane di infantile nell'età adulta e di ciò che, viceversa, durante l'infanzia ha a che vedere con il mondo adulto.

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Tra le recenti esposizioni si segnalano: la collettiva  ‘Sguardi II’ presso la Galleria Lorenzelli Arte (Milano, 2022) e la Frankfurter Westend Galerie (Francoforte sul Meno, 2022); la collettiva ‘Buona Fortuna Ribelli’ organizzata da Osservatorio Futura in collaborazione con Lunetta11, in cui realizza la commissione di un intervento site specific per il Comune di San Benedetto Belbo (Cuneo, 2022);  la personale ‘Per Ecuba’ presso Spazio E_EMME (Cagliari, 2023); la collettiva ‘Summer Storm’ presso la Galleria Giovanni Bonelli (Milano, 2023); la partecipazione all’edizione di Biennolo ‘Talitha Kum’ (Alzati fanciulla), curata da Giacinto di Pietrantonio (Milano, 2023).

 

Lo scorso anno è stata inserita nel volume “222 artisti emergenti su cui investire / 2024” edito da Exibart, il report sui nomi più interessanti del panorama artistico emergente in Italia.

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